Quel pomeriggio d'autunno
il vento mi trovò assorto nei pensieri sul bordo del lago;
Mi volle dare una mano,
mi parlò, come un'amico, come un padre;
Sussurrò fra le foglie segreti e scampoli di vita,
mi abbracciò forte ma con delicatezza,
mi accarezzò il viso, con mano decisa;
mi regalò giochi di foglie e di polvere sollevati da terra,
mi regalò giochi di increspature sull'acqua,
ora sdoppiando ora scomponendo in mille pezzi
la mia immagine riflessa,
si fece forte e i rami sugli alberi si inchinarono alla sua potenza,
si fece di nuovo delicato e i fili d'erba lo ringraziarono con un inchino.
Mi fermai a lungo ad osservarlo giocare e a sentirlo parlare,
mi soffermai fino a quando il sole, da dietro la montagna mi salutò,
regalando alla terra un rosso tramonto
ed annunciando l'arrivo dell'amica Luna.
Fu così che ripresi il sentiero per casa
scortato dai pensieri ora meno pesanti, più comodi in me,
trovai la mia poltrona ad attendermi, di fronte al camino,
sedetti ed attesi l'ora in cui il sonno sarebbe venuto a farmi visita,
per ristorare le mie membra, per riposare la mia testa,
e fu di nuovo il sole a svegliarmi.
(Lu)
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