Ci sono posti, a duecento chilometri dalla vita,
castelli in cui si trovano piccole creature,
anime appese ad uno sguardo, inermi lumini spostati dal vento;
Ci sono luoghi, in cui maestosi sorveglianti, rendono ancor più lungo il tempo,
lunghi corridoi, finestre con inferriate,
sedie ai lati, come ad una fermata del metrò, aspettando che passi la vita,
e quando da lontano il portone si spalanca,
filtra la luce, filtra la speranza di essere quell'io, scelto fra mille,
per vedere il sole, per respirare aria pulita.
Quel metrò è forse arrivato, ogni volta un sorriso e mille occhi pieni di lacrime,
ogni volta quell'io è un'altro.
E poi un giorno, uno dei tanti, infiniti e pesanti,
arriva la luce, arriva l'aria sul viso, oggi sono io, quell'io che sempre attende,
quell'io sempre un'altro, oggi sono io;
Ed inizia un nuovo domani, diverso dai precedenti,
il castello nel freddo, a duecento chilometri dalla vita scompare,
e ritorna il sorriso, gli occhi illuminano il mio corpicino
provato dalla permanenza ma pronto a ritrovare il vigore dell'età,
ora sono qui, non ricordo più i corridoi, l'attesa, la speranza,
ora sono qui, e di quel posto, a duecento chilometri dalla vita,
ricordo solo piccole cose, lampi di memoria fissati ancora nella mia testa,
ma oggi sorrido, oggi il mio cammino è diverso, è sul terreno accidentato della vita,
non su quello di marmo del tempo immobile,
oggi sorrido ed i miei occhi sono colmi di gioia e di cose nuove,
da vedere da imparare.
Oggi, abbraccio chi ha fatto ripartire il mio tempo, chi lo ha reso luminoso,
oggi abbraccio voi, i miei genitori,
e sorrido alla vita.
(Lu)
...magnifico.....e che bello Andrea!
RispondiEliminagiovanna
Luca sei Grandioso, grazieeeeeee! i nuovi genitori
RispondiEliminabello Andrea!lara
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