lunedì 5 settembre 2011
RICORDI
Seduto di fronte alla finestra,
mentre la pioggia d’autunno batte sui vetri,
osservo una foto, in bianco e nero,
un po’ sbiadita, piegata dal tempo e rovinata agli angoli,
un pezzo di storia, un piccolo pezzo della mia storia,
sullo sfondo una piazza, a fare da contorno palazzi di nobili famiglie dell’epoca,
di cui oggi si ricordano i nomi, i titoli nobiliari ma solo per usanza ed abitudine.
Ad un lato di questa, un gruppo di bambini, un vecchio cerchio ed una bici,
di cui, il fortunato possessore dell’epoca era molto orgoglioso;
E mi rivedo, stesso sguardo, stessa voglia di vedere il domani,
e benché non avessimo niente si andava verso l’alba
con la paura e la voglia di scoprire cosa ci fosse mai dietro quel sole
che avrebbe nuovamente illuminato un nuovo giorno;
E fra i miei occhi e quella foto, nella breve distanza di un braccio,
un salto di infiniti anni,
di gioie, dolori, emozioni, paure,
di lavoro e di riposo, di notti insonni per paura della guerra,
di regali e di cambiamenti,
di nuove generazioni, di sviluppo e di progresso,
e di tempo passato, quante volte i sono sentito
dell’orologio la lancetta delle ore, passo lento e costante,
senza fermarsi mai, senza perdere neppure un colpo, un battito;
ed oggi eccomi qui, seduto di fronte alla finestra,
che da sulla stessa piazza, con gli stessi palazzi, ombre di se stessi,
e quel gruppo di bambini cresciuti,
allontanati dal lavoro o dal destino, portati in braccio dalla vita,
ora non ci sono più, e la pioggia d’autunno mi aiuta
a nascondere le lacrime dietro ai vetri,
proprio come un bambino, che caduto non vuol far vedere che si è fatto male;
Solo che questo è un altro tipo di male,
è dentro e non si può curare, è la malinconia,
tempo passato che tutto insieme ritorna e ci sorprende,
e non ci resta, dopo una lacrima, che accoglierlo con un sorriso,
e farlo sedere di fianco a noi, per ricordare insieme ancora tutto ciò che è successo,
nella distanza di un braccio, fra gli occhi ed una fotografia.
(Lu)
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