lunedì 11 luglio 2011

L'ARMADIO

E viene il giorno, il momento, l'attimo in cui
per forza si devono fare scelte, per forza ci deve essere ordine nella vita;
Proprio come in un'armadio se non si ordina non si trova nulla o si perde troppo tempo a cercare.
Ho dovuto fare posto, fare spazio, spostare sogni, utopie e illusioni, per lasciare posto a realtà,
ho sistemato di nuovo tutto, proprio come in un cambio di stagione,
l'ennesimo e di certo non l'ultimo, per me;
Credevo in sogni mai realizzati che, come maglioni caldi di lana,
messi davanti mi potessero dar l'illusione di scaldarmi se necessario;
Ho spostato utopie, come vecchi jeans ormai stretti e fuori moda,
li ho messi in fondo, non buttati, sogni e utopie non si devono mai buttare,
ma mi serviva posto,
quello che non trovavo per più semplici oggetti quali pensieri veloci e desideri semplici,
magari non di materiale pregiato, ma di certo più funzionali;
Così, ho buttato fuori tutto, ho trovato vecchi calzini da rammendare ricordo di giorni di serenità,
magliette di cotone tinta unita, i colori dei giorni qualunque,
pantaloni di tela leggera, ricordo di giochi estivi con amici che si sono poi persi nel cammino;
Camicie, quasi mai indossate, segno di un cambiamento che mai avrei voluto fare,
se non per il gusto di provare, per poi tornare me stesso, con i jeans e la maglietta.
vecchi giacconi lisi nelle maniche segno di tempo passato, inverni lunghi e solitari,
c'era addirittura una cravatta, sogno mai realizzato di una vita insieme;
C'era davvero tanta roba, molta addirittura non ricordavo neppure di averla,
eppure per tutto c'è stato un tempo, un'attimo, un momento,
ed ora, eccomi qui, inginocchiato davanti al mio armadio a sistemare tutto,
nei cassetti e nelle scatole,
nella testa e nei pensieri.
Quanto spazio, una volta finito, sembrava pure più grande,
in realtà non è così, c'è solo più realtà, più praticità,
l'illusione ruba spazio, l'utopia occupa posto, i sogni,
se non realizzati e che non si possono realizzare creano scompiglio nell'armadio,
e nella mente.
E così adesso mi dovrò abituare a questo vuoto spazio pieno di altri pensieri;
Togliere l'odore del vecchio cuscino di lavanda, quello che, ogni volta che ti aprivo,
mi faceva respirare me stesso,
mettere un nuovo profumo, cercare di capire, di reagire alla tentazione di non volerlo,
e di provare a tornare nuovamente a vestire classici colori, e nuovi jeans.
Ma già so, che al calar del sogno, un giorno di un tempo qualunque,
mi troverò a vestire ancora di utopia, di sogno, anche se solo per un minuto.
E sarà bello ricordare con lacrime dal tempo rotte, il tempo che si è divertito a regalarmi
in un'armadio vecchio, l'ordine di un nuovo modo di essere.
(Lu)


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