E tu non smettesti mai,
la Tua tenacia, il tuo dovere,
neppure quando io,
in preda all'ira Ti scacciai da me,
Ti rinchiusi in una stanza vuota
come compagne solo rotonde pietre di marmo,
fredde e dure come i miei pensieri, come i miei gesti;
Che dalla mente rotolano solo sbattendo inutilmente, creando dolore;
Crepe alle pareti, come nel mio cuore;
Tu, l'unico a non fuggire neppure quando Ti bestemmiai,
rinnegandoti come colpevole del mio dolore,
neppure allora Ti vidi fare una smorfia,
Tu immobile accettasti quel temporaneo destino,
senza ribellarti,
perchè di bontà fatto il Tuo essere, di Amore il tuo lavoro;
Ti tenni chiuso, come a voler sconfiggere il mio Io,
come se, l'averti allontanato,
fosse nuovo tempo per me;
Tu sapevi già che sarei tornato,
che ti avrei liberato dalla prigione della mia volontà,
Tu sapevi già che la tua tenacia, il tuo dovere,
non sarebbero state inutili,
non Te ne saresti mai andato, e,
prendendo ancora la via con me,
saresti stato per sempre al mio fianco.
(Lu)
Stupenda, così romantica. S.
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