come ti ho sentito la notte scorsa,
il profumo dei tigli,
mischiato all'erba umida di rugiada
il cielo blu, nella sera d'estate,
le stelle, gocce di felicità nel cielo;
Ricordo il rumore del mare da lontano,
dal balcone della casa sul promontorio si sentiva arrivare
quasi fosse rumore di temporale d'agosto,
ed io, seduto a cercare di ricordarti
a sperar di vederti passare, un lampo, un bagliore
un sospiro di vento fra le dita,
il bicchiere posato vicino alla bottiglia
ormai troppe volte svuotato da una gola arida di ricordo e non di sete,
la mente annebbiata ti vedeva in ogni piccolo angolo, ogni anfratto;
Ormai la luna, alta in cielo, rifletteva sulla terrazza raggi
quasi fossero carezze sul mio viso,
il rumore del silenzioso nulla, accompagnato dal vento, dal mare,
la tua voce, ancora una volta,
risuonava come martello sulla roccia,
quel saluto, quella porta chiusa dietro te,
davanti al mio Amore bruciato come sigaretta fumata controvento,
restava solo la cenere sui miei vestiti,
nella mia anima,
e tu, ora, ti vesti dei colori del mondo,
tuffata fra onde di braccia pronte ad accoglierti,
fra baci rubati da bocche cucite di spine,
troppe lune sono passate a farmi visita,
troppe volte il bicchiere è rimasto solo,
mi appoggio stancamente al bracciolo della sedia,
mi sollevo, le gambe tremano, come ogni sera,
ora, il sonno mi prende per mano, mi accompagna verso il letto,
ancora sento il tuo profumo,
lo cancello con una lacrima ed un colpo di tosse,
aspetterò un nuovo sole, per diventare l'ombra di un me stesso ormai morto,
aspetterò il tuo ritorno, invano
come si attende di sognare di nuovo lo stesso sogno.
(Lu)
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