Distratti dalle fioche luci del porto nella nebbia
stanchi gabbiani cercano riposo sulle vecchie navi cigolanti
all'ormeggio, cigolano contro la banchina i galleggianti, schiacciati dal peso
schiacciati dal mare;
L'odore salmastro si insinua nei vicoli del paese,
vecchi pescatori, inebriati dal rhum raccontano favole di pesca surreali,
poco lontano un bimbo fugge verso casa
seguendo il richiamo delle grida di sua madre.
L'ombra, il chiarore di fioche lampade,
rendono i vicoli ancor più tenebrosi,
come ad attendere un demone, da un'attimo all'altro.
seduto sull'uscio un vecchio fuma la pipa e mescola il suo fumo alla densa nebbia,
lì vicino i tini in cui le reti riposano fino al prossimo tuffo;
ed io passeggio, ormai i rintocchi della campana
si fanno ancor più ovattati, rumore di stoviglie dall'osteria,
miagolio di gatti alla porta della cucina.
Ed io passeggio, scruto il passo, ascolto il mare, osservo il nulla,
e ti cerco, e vorrei vederti dalla nebbia apparire
come miraggio, come sogno realizzato,
ma non ci sei più, salpata in quel giorno di settembre di mille giorni fa.
Ed io passeggio, incurante dell'umido, incurante del buio,
apatico spettatore di un giorno qualunque.
Ed io passeggio, e ti cerco, e ti spero felice,
mescolo parole con la brace della sigaretta,
l'ultimo rintocco, il mare si placa, la nebbia si dissolve,
il faro illumina fette di mare e di terra,
e fra le nubi la luna, bella ad illuminare argentee strisce di mare;
Ed io passeggio, come il suono triste di un pianoforte i miei passi,
e ti attendo, e ti spero su ogni nave che entra in porto,
ed io passeggio da mille giorni come il primo,
fra mille giorni sempre come il primo.
(Lu)
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