Distese fossili di crisantemi recisi,
fanno da sfondo a righe interminabili di lapidi
sassi taglienti sul sentiero,
erba gialla cresce sui bordi di una strada arida
il sole brucia alto in questo pomeriggio d’estate,
il vento caldo, spinge secchi arbusti ridotti a irregolari sfere
sollevando polvere e sabbia nera;
Poco lontano gli avvoltoi iniziano la loro danza macabra
volando intorno ad una fossa scavata,
la pala ancora piantata sul mucchio di terra
attende il nuovo seme di morte da sotterrare,
la fila di persone, vestite di nero,
segue silenziosa un vecchio carro trainato da cavalli stanchi e lenti;
Donne avvolte in scialli di pizzo, sul volto a coprire il lutto,
pregano, stringendo fra le dita il rosario.
Passo lento, costante,
scandito solo dalla preghiera sommessa di un vecchio parroco di paese,
fino al punto prossimo alla fossa.
Il silenzio scende tutto d’intorno il calore lascia il posto al freddo glaciale
che si crea.
Pianto.
Dolore.
Rabbia.
Due figure filiformi e smunte in viso, scaricano l’ennesimo seme di morte
da piantare a terra.
Un uomo, da dietro una delle infinite lapidi
senza nome scolorite dal sole si solleva
facendo sussultare alcuni dei silenziosi presenti assorti, forse,
in una finta preghiera;
Un saluto,
l’ultima carezza ad un guscio di legno contenente un seme di morte,
un nuovo viaggio finito,
ne inizia uno nuovo,
fra altre invocazioni e preghiere la terra si adagia sulla cassa, coprendola,
un ultimo colpo di pala per fissare una nuova lapide, un nome scritto con il gesso che,
di li a poco scomparirà per un gioco del vento, uno scherzo del sole.
Lentamente come è giunta, la piccola comunità di persone giunte,
si disperde fra la polvere, lasciando il silenzio a far compagnia
alle tavole di legno piantate dritte verso il cielo,
come ad indicare la via;
Gli avvoltoi delusi spiccano il volo gridando il loro disappunto,
ultimi raggi di sole di una giornata qualunque,
illuminano fino a spegnersi una nuova lapide,
in un cimitero qualunque.
(Lu)
Nessun commento:
Posta un commento