Ti persi, quella notte
nel fumo dell'ultima sigaretta,
spenta in quel bar del centro;
Il tuo viso bianco alla luce del neon,
si intravedeva solo un filo di trucco
forse quello messo per nascondere le lacrime,
ti alzasti dalla sedia, avvolta nel tuo tailleur grigio fumo,
la borsa messa nervosamente a tracolla e,
e poi ti voltasti senza salutare,
e ti vidi lungo la strada sempre più nascosta dal buio,
sempre più lontana,
fino a sparire del tutto.
Di te, quella notte rimase solo cenere,
quella della tua sigaretta,
l'ultima fumata con me,
sul filtro il tuo rossetto,
ultimo bacio
lo accarezzai, feci ruotare fra le dita il filtro,
per immaginare ancora un tuo sorriso,
tirai una boccata,
la spensi, schiacciandola con rabbia fra la cenere;
Cenere di altri, cenere del mio cuore,
lasciai i soldi sul tavolo, presi il mio cappello e me ne andai.
La notte, nuova malinconica amica,
mi accompagnò a casa,
mi chiusi alle spalle la porta,
mi chiusi alle spalle una vita,
aspettai l'alba, ma tu non tornasti,
e quando capii che ormai eri parte della notte,
quella che mi tenne abbracciato
nell'accompagnarmi a casa,
capii il vero dolore,
piansi.
(Lu)
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