mercoledì 27 giugno 2012

RACCONTO - storia di una sera d'estate


E ci fermammo, quella sera, davanti alle ultime luci del giorno
su quella strada in collina, quella in cui sorridevamo
chiedendoci l’un l’altro dove mai fossi arrivato a guidare;
La notte, silenziosa stava coprendo il mondo
del suo nero manto, mentre poco lontano danza di luce
le lucciole giocavano fra i rami degli arbusti, a volte,
curiose, ad osservarci dal vetro, ora, ad ascoltarci dal finestrino aperto.
Tenevo la tua mano, sentivo il mondo,
Baciai le tue labbra, e ti tenni stretta, fra i tuoi capelli ed il tempo,
lì si giocava il nostro gioco,
ogni tanto i fari di un’auto ci illuminavano,
illuminavano la vita, ed io, ti osservavo,
occhi che brillavano fra ciocche di capelli sul viso
e fu in quell’attimo che ti svelai il segreto,
quello per cui da tempo conservavo le mie lacrime, e le mischiai alle tue,
sentivo il tuo dolore, la tua rabbia,
nell’accarezzare i miei capelli,
ma non potevo, ti dissi, che non avrei potuto mentirti,
mi stavo di te innamorando, bugia, lo ero già;
Ed ora qui, nel buio della mia stanza, il tuo profumo sulla pelle,
il tuo dolore ancora nei miei occhi,
io, pugni chiusi alle tempie, disperato ma sereno, non ti avrei mentito a lungo,
non l’avrei voluto se tu, di me, ti fossi mai innamorata.
Ed ora sono qui, nel mio angolo buio, rannicchiato all’angolo,
come un pugile ferito, picchiato e che aspetta solo il conteggio;
e lo aspetterò, avrò pazienza, nel dolore, fra i solchi delle ferite coltiverò la speranza,
e se non darà frutto, giocherò con la disperazione,
e guarderò il buio di una notte qualunque,
cercando il tuo viso, il tuo sorriso,
sperando che un bagliore illumini ancora i tuoi occhi,
nascosti fra i lunghi capelli sul tuo viso,
e sempre ti Amerò, perché, tu,
mi hai fatto rivedere la luce, portandomi fuori dal mio angolo buio,
hai lenito le mie ferite con il sapore dei tuoi baci,
e mi hai illuminato il cielo, con il tuo sguardo.
(Lu)


sabato 16 giugno 2012

E TI CHIEDO ...


Aprimi o vita le braccia tue poderose,
insegnami ancora, come fossi un bambino,
a camminare sul tuo prato di stelle d'argento
mostrami il cammino fino all'arcobaleno,
rendimi cieco all'odio, fedele all'Amore,
insegnami il rispetto, guidami fuori dagli errori,
fammi capire dove non cadere,
portami con te fino alla fine,
fino al tramonto dei giorni,
fino all'inizio del cielo,
usami come pennello per dipingere un angolo del tuo quadro
usami come penna per scrivere un verso del tuo poema,
fai di me un sasso per lastricare il cammino di altri,
perchè non possano farsi male,
dissetami alla tua fonte, acqua limpida e fresca
dammi forza ed orgoglio,
donami umiltà, perchè io possa non sentirmi mai più in alto
di un mio fratello,
e quando alla sera, mi mostrerai il giorno trascorso,
io potrò esser felice del mio lavoro, del tuo insegnamento,
fai di me un ricordo in un sorriso,
un sorriso in una lacrima,
una lacrima di gioia sul viso di chi vuol vivere,
la gioia di un ricordo che resterà nel tempo,
granello di sabbia trasportato nel vento,
vento fra le fronde, canto di pace,
colore di un giorno, in un angolo della tua tela.
(Lu)