Dammi solo il tempo di capire, di farti capire;
Dammi l'attimo eterno di una carezza fra i capelli,
dammi l'ultimo posto su quel treno,
non lasciarmi ancora a terra,
non abbandonarmi ancora in un'ultima, desolata stazione fra il nulla e l'imprevisto;
Allunga la tua mano, senti il mio cuore, è lì,
batte per te,
cerca fra le mie parole il vero significato della tua esistenza,
non arrenderti mai al vuoto di un sogno infranto.
Ed io, se vorrai, andrò via,
sarò come tramonto che si spegne all'orizzonte,
lasciando il buio a far da cornice al profondo di un'agonia spezzata;
Dimmi che vuoi ancora sentire il mio calore,
una mia parola, un mio bacio;
Voltati, te ne prego, ancora una volta, i tuoi occhi
perle luminose d'amor pregne, ora solo spente fiaccole di una via di borgata,
ed io, che tento illuso di tener legato un macigno ad un sottile filo di seta, ora forse ho compreso il tuo dolore,
e lascio la presa, a terra, ginocchia sui rovi
ti vedo andare e non urlo più,
ho compreso, il tuo volo, le tue speranze, il tuo sorriso,
saranno con te, saranno nel mio cuore, per sempre.
e tu, piccola dolce fata di miele e di fragola,
vai, l'ignoto ora è tua guida,
il futuro, protegga il tuoi piedi dai sassi sul sentiero e ti doni
quella luce, quel fuoco acceso che io,
illuso re di un regno di fantasia, credevo di poterti donare,
ma che in realtà
ho saputo solo costruire su me stesso,
e ti ricorderò, piccola dolce fata di miele e di fragola
sei il mio insegnamento più grande,
sei il passaggio della primavera a ritroso sull'inverno,
sei stata ciò che ora devo diventare,
coraggio e amore, senza più illuso dolore.
(Lu)
domenica 25 marzo 2012
venerdì 23 marzo 2012
TESTI FATTI A PEZZI DA PEZZI DI TESTI - n°10
...
Credi in te stesso e distogli lo sguardo
da tutto quello che è giusto dentro di te
Lascia tutte le tue preoccupazioni alla porta
e lasciale andare alla deriva
Ho cercato di scrutare dentro il cuore
Ma non ho potuto prendere d’assalto il dolore
il mio cuore vuoto mi ha dissanguato
lasciandomi smarrito
...
(STORM THE SORROW - Epica)
Credi in te stesso e distogli lo sguardo
da tutto quello che è giusto dentro di te
Lascia tutte le tue preoccupazioni alla porta
e lasciale andare alla deriva
Ho cercato di scrutare dentro il cuore
Ma non ho potuto prendere d’assalto il dolore
il mio cuore vuoto mi ha dissanguato
lasciandomi smarrito
...
(STORM THE SORROW - Epica)
sabato 17 marzo 2012
PERCORSI
Nel sentiero della vita capita di incontrare molte persone
che, in un modo o nell'altro restano impresse
come fotogrammi sulla pellicola,
trovi il buono ed il cattivo,
lo scaltro e il credulone,
il generoso e l'avaro e poi
e poi trovi anche chi vive la vita di luce riflessa
e chi invece quella luce irradia perchè
ha quella forza interiore che permette di vedere oltre
l'orizzonte, di volare più in alto dell'aquila;
Di essere valutato ma di non valutare chi gli sta intorno,
se non per poter dare il suo aiuto;
Ecco, io, costoro ammiro, più d'ogni altra cosa
chi è capace di regalare un sorriso senza nulla chiedere in cambio
se non la consapevolezza dell'essere stato utile
ad aiutare a rialzarsi da terra chi è caduto,
e che, nell'ombra di un raggio di luna trova dimora,
per non farsi notare
come una stella fra mille, luminosa e anonima;
Una mano tesa fra la folla,
un soffio di brezza in primavera.
(Lu)
che, in un modo o nell'altro restano impresse
come fotogrammi sulla pellicola,
trovi il buono ed il cattivo,
lo scaltro e il credulone,
il generoso e l'avaro e poi
e poi trovi anche chi vive la vita di luce riflessa
e chi invece quella luce irradia perchè
ha quella forza interiore che permette di vedere oltre
l'orizzonte, di volare più in alto dell'aquila;
Di essere valutato ma di non valutare chi gli sta intorno,
se non per poter dare il suo aiuto;
Ecco, io, costoro ammiro, più d'ogni altra cosa
chi è capace di regalare un sorriso senza nulla chiedere in cambio
se non la consapevolezza dell'essere stato utile
ad aiutare a rialzarsi da terra chi è caduto,
e che, nell'ombra di un raggio di luna trova dimora,
per non farsi notare
come una stella fra mille, luminosa e anonima;
Una mano tesa fra la folla,
un soffio di brezza in primavera.
(Lu)
lunedì 12 marzo 2012
IL SUONATORE DI FLAUTO
Strazianti versi in una notte lontana
una voce rotta dal pianto, dalla sofferenza
il vento, fra i rami intona canti ora cupi ora addirittura spettrali
mentre lontano il lupo ulula il suo orgoglio alla notte
e mentre il gufo mi osserva,
i miei passi scricchiolano sulle foglie secche e
brividi lungo la schiena ricordano il freddo dell’autunno;
Siedo sul la riva del lago, sotto il vecchio salice l’acqua ha il colore della notte,
specchio di un nulla in cui la luna si specchia,
le canne si muovono, danza sinuosa e macabra di leggere foglie al vento;
Ho paura.
Dal mio flauto note nel nulla, inghiottite dal buio
rompono la notte;
Da lontano una luce,
il mattino mi sente,
arriva.
(Lu)
una voce rotta dal pianto, dalla sofferenza
il vento, fra i rami intona canti ora cupi ora addirittura spettrali
mentre lontano il lupo ulula il suo orgoglio alla notte
e mentre il gufo mi osserva,
i miei passi scricchiolano sulle foglie secche e
brividi lungo la schiena ricordano il freddo dell’autunno;
Siedo sul la riva del lago, sotto il vecchio salice l’acqua ha il colore della notte,
specchio di un nulla in cui la luna si specchia,
le canne si muovono, danza sinuosa e macabra di leggere foglie al vento;
Ho paura.
Dal mio flauto note nel nulla, inghiottite dal buio
rompono la notte;
Da lontano una luce,
il mattino mi sente,
arriva.
(Lu)
venerdì 2 marzo 2012
E LO VIDI RINASCERE
Distrattamente nel mio cammino
calpestai qualcosa gettato in un angolo buio della via,
mi sembrò un gemito di dolore, mi chinai per osservarlo,
era un amore, uno dei tanti gettati via dalla vita
calpestato e mai ascoltato,
lo raccolsi, era dolorante e tremava di freddo,
piangeva e non riusciva a fermare il sangue dalle ferite,
quante volte, quante promesse,
quante carezze fatte e poi rinnegate,
si rannicchiò nel palmo della mia mano,
provai pena per lui, mi sembrava così fragile,
così piccolo, così inerme che
non potei fare ameno di portarlo con me e curarlo;
Lo posai delicatamente sul cuscino, al caldo,
mi guardò e sorrise, volle ancora una carezza
e mi lasciò, su di lui ancora una lacrima, la sua ultima;
Piansi, piansi come non avevo mai fatto,
non avevo mai provato un vuoto così grande dentro,
ed al contempo una rabbia così profonda
per chi lo aveva gettato via.
Lo chiusi in una piccola scatola avvolto in un fazzoletto di seta
e lo seppellii con delicatezza, vicino ad una rosa;
Rimasi un poco, per salutarlo, per tenergli un poco di compagnia,
quella che illusoriamente gli avevano dato,
e mi allontanai verso casa.
Tornai il mattino dopo e vidi una rosa rossa sbocciata,
era la più bella che avessi mai visto,
e sul suo petalo, una goccia di rugiada disegnò una lacrima,
mi ricordai di lui,
e capii che non era morto, era rinato di nuovo,
per ricominciare dal principio,
per farmi capire che un Amore non muore, muta forma,
ma rinasce ogni volta,
ora più forte ora più debole,
ma non smette mai di credere nel calore di un abbraccio.
(Lu)
calpestai qualcosa gettato in un angolo buio della via,
mi sembrò un gemito di dolore, mi chinai per osservarlo,
era un amore, uno dei tanti gettati via dalla vita
calpestato e mai ascoltato,
lo raccolsi, era dolorante e tremava di freddo,
piangeva e non riusciva a fermare il sangue dalle ferite,
quante volte, quante promesse,
quante carezze fatte e poi rinnegate,
si rannicchiò nel palmo della mia mano,
provai pena per lui, mi sembrava così fragile,
così piccolo, così inerme che
non potei fare ameno di portarlo con me e curarlo;
Lo posai delicatamente sul cuscino, al caldo,
mi guardò e sorrise, volle ancora una carezza
e mi lasciò, su di lui ancora una lacrima, la sua ultima;
Piansi, piansi come non avevo mai fatto,
non avevo mai provato un vuoto così grande dentro,
ed al contempo una rabbia così profonda
per chi lo aveva gettato via.
Lo chiusi in una piccola scatola avvolto in un fazzoletto di seta
e lo seppellii con delicatezza, vicino ad una rosa;
Rimasi un poco, per salutarlo, per tenergli un poco di compagnia,
quella che illusoriamente gli avevano dato,
e mi allontanai verso casa.
Tornai il mattino dopo e vidi una rosa rossa sbocciata,
era la più bella che avessi mai visto,
e sul suo petalo, una goccia di rugiada disegnò una lacrima,
mi ricordai di lui,
e capii che non era morto, era rinato di nuovo,
per ricominciare dal principio,
per farmi capire che un Amore non muore, muta forma,
ma rinasce ogni volta,
ora più forte ora più debole,
ma non smette mai di credere nel calore di un abbraccio.
(Lu)
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